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Convento de San Esteban - Los Dominicos

Il Convento di San Esteban, più conosciuto per i domenicani che lo fondarono, viene spesso scambiato per la cattedrale di Salamanca, che invece si trova proprio di fronte a esso, sulla cima di uno dei colli della città. In effetti la sua imponenza e le numerose decorazioni fanno capire che non si tratta di un edificio qualsiasi.

La prima cosa che colpisce quando ci si trova davanti a questo imponente edificio è la facciata, uno degli esempi più belli dello stile plateresco.
La sua particolarità sta nel fatto che è costruita come un retablo una grande pala d'altare il cui uso iniziò intorno al XIV secolo proprio in Spagna ed è da qui che si diffuse poi in tutta Europa. La facciata della chiesa di San Esteban, però, costituisce un arco di trionfo in cui, con le decorazioni tipiche di questo stile tutto spagnolo, sono rappresentati il martirio di Santo Stefano e il Calvario.

I domenicani giunsero a Salamanca intorno al 1223 ma soltanto intorno al 1255 il vescovo consegnò loro la chiesa di San Esteban, che era all'epoca un piccolo tempio romanico. Decisero allora di costruire una chiesa gotica a tre navate e un convento con il chiostro, che da subito divenne un importante centro di studio e di insegnamento di Teologia.
Alla fine del XV secolo per il convento inizia un'epoca di grande splendoreFu proprio qui che, secondo la tradizione, Cristoforo Colombo trovò alloggio tra il 1486 e il 1487, quando venne a Salamanca per discutere con i geografi dell'università la possibilità di raggiungere le Indie navigando verso Occidente e ricevette il loro appoggio.

Il convento originario venne quindi distrutto all'inizio del XVI secolo per far posto a un nuovo convento e all'attuale chiesa che possiamo ammirare ancora oggi.

Questo fu un periodo determinante per lo sviluppo del convento, dal momento che, nel 1509, i suoi frati decisero di impegnarsi nella missione nelle nuove terre scoperte in America
Non a caso nella parte superiore del chiostro si possono ammirare oggetti provenienti dal nuovo continente, oltre che un'esposizione di reliquie dei santi, croci e vesti. Proprio in questo convento il frate Antón Montesinos tenne il primo sermone in difesa dei diritti degli Indios contro l'oppressione dei colonizzatori.

L'Escalera de Soto, che permette il passaggio dalla parte inferiore del chiostro a quella superiore dove si trova il coro con un grande affresco che rappresenta il trionfo della Chiesa, fu costruita utilizzando una tecnica nuova e rivoluzionaria, dal momento che la scala è sostenuta soltanto alle pareti da cui sporge, senza altri supporti, dando l'impressione di sostenersi miracolosamente. La sua decorazione è costituita da cassettoni con fiori e un rilievo policromo nella parte superiore che raffigura Maria Maddalena.


Il portico del chiostro è ispirato invece alle logge rinascimentali italiane, tutto un altro stile rispetto al resto dell'edificio. Infatti i suoi archi a tutto sesto privi di ornamenti constrastano con le più esuberanti decorazioni della facciata della chiesa e soprattutto dell'altare, imponente, tutto d'oro e in perfetto stile barocco con le sue colonne tortili e le ricche decorazioni. 

Il convento subì diversi assedi, espropriazioni e veri e propri furti nel corso del tempo. Durante la guerra di Indipendenza, nel 1809, il convento fu occupato dai francesi, che si appropriarono di quasi tutti gli oggetti d'oro e d'argento che vi si trovavano. 

Terminata la guerra contro i francesi, il governo liberale spagnolo decretò la soppressione degli ordini religiosi. Il convento venne abbandonato e alcune zone utilizzate come infermeria. Per questo al primo piano si può vedere un'antica farmacia. Tutti i mobili e la biblioteca furono completamente spogliati. Nel 1947 il convento fu elevato a Facoltà di Teologia ed è tuttora abitato dai religiosi.

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